M. Christian u.a. (Hrsg.): Gli scritti di Sergio Agustoni, intellettuale militant

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Titel
Il lavoro, la fabbrica, la città. Gli scritti di Sergio Agustoni, intellettuale militante


Herausgeber
Marazzi, Christian; Pelli, Mattia
Erschienen
Bellinzona 2020: Edizioni Casagrande
Anzahl Seiten
499 S.
von
Paolo Barcella

In un recente volume curato da Christian Marazzi, Mattia Pelli ha composto un’antologia di scritti di Sergio Agustoni, introdotta da un consistente saggio che riordina alcune tappe del percorso biografico e degli sviluppi di pensiero dell’importante giornalista e intellettuale ticinese. Dal volume esce decisamente messo in crisi il radicato stereotipo che vedrebbe nella Svizzera un paese senza scioperi, dove ogni organizzazione dei lavoratori si tinge di giallo e – grazie alla “pace del lavoro” – ogni conflitto industriale sfuma sereno in accordo tra le parti. Agustoni è stato infatti parte della rete di organizzatori e di militanti della sinistra extraparlamentare elvetica che parteciparono ai cicli di lotte e di scioperi degli anni Sessanta e Settanta, interpretando la realtà economica locale a partire da riferimenti teorici dell’operaismo italiano, ovvero quella complessa corrente di pensiero di ispirazione marxista che, sviluppata a partire dai «Quaderni rossi» di Rainero Panzieri, ebbe diversi approdi teorici e organizzativi.

Dal punto di vista biografico, occorre rilevare che Agustoni era nato in una famiglia umile, aveva frequentato le scuole di Mendrisio e poi il liceo di Lugano, venendo in contatto con alcuni compagni provenienti dalle famiglie storiche del Partito del Lavoro. Presto, come spiega Pelli, «la riflessione attorno a un marxismo rinnovato alla luce della Scuola di Francoforte e, in seguito, dell’operaismo italiano di Tronti e Negri diventò il centro del suo lavoro intellettuale». Due sono le stagioni dell’Agustoni pensatore politico che, come precisa Pelli, «si sovrappongono e si completano in modo dialettico, non separate da una netta cesura: la prima è caratterizzata da un’elaborazione direttamente collegata alla sua attività politica nelle organizzazioni dell’estrema sinistra ginevrina e nazionale; la seconda, non più connessa a un contesto di militanza specifica, si sviluppa a partire dagli anni Novanta e trova espressione in saggi e articoli di rivista. In mezzo – tra la fine dell’esperienza di Lotta di Classe e l’inizio del suo lavoro nella redazione del «Telegiornale» a Zurigo – c’è una fase di passaggio, durante la quale Sergio Agustoni si stacca dalle dinamiche precedenti, legate alla sua militanza a tempo pieno nel movimento ginevrino» (p. 17).

Mentre ricostruisce tappe e percorsi della vicenda di Agustoni, l’introduzione di Mattia Pelli fornisce peraltro un contributo rilevante su diversi versanti della storia elvetica del dopoguerra. Anzitutto il testo mette a disposizione degli studiosi una interessante pagina di storia della guerra fredda nella Confederazione, nella quale si indagano le dinamiche e i conflitti che attraversarono la sinistra politica e sindacale del tempo, mentre era sorvegliata e tenuta sotto controllo dallo Stato con il sistema delle schedature che, evidentemente, intercettò Agustoni e i suoi compagni, registrandone i movimenti minuti per tutto un ventennio. Emerge in questo senso anche la distanza tra la complessità che caratterizzava l’arcipelago delle formazioni della sinistra di quegli anni, divise tra loro in modo assai netto, e la tendenza da parte degli apparati polizieschi ad accorpare e aggregare ogni formazione ritenuta anti-borghese, e in odore di sovversivismo, in un unico grande calderone.

Grande profitto possono trarre dal lavoro di Pelli anche gli studiosi di migrazioni in Svizzera. Intatti, i caratteri della militanza politica di Agustoni lo spinsero, insieme ai suoi compagni, a doversi occupare costantemente della questione migratoria, in ragione della composizione della classe operaia elvetica del suo tempo. Da questo punto di vista, l’operaismo svizzero di cui Agustoni fu esponente si differenziava da quello italiano per l’urgenza e la prospettiva da cui dovette affrontare il tema della migrazione. Mentre in Italia quell’argomento veniva affrontato dai diversi interpreti del marxismo nella prospettiva di un paese d’emigrazione, o per le sfide poste dalla migrazione interna (in prevalenza rurale e meridionale, e diretta verso le grandi città del Centro-Nord), gli operaisti svizzeri dovettero riarticolare le intuizioni operiste italiane in un contesto dove la classe operaia era divisa e gerarchizzata per appartenenza nazionale, oltre che attraversata da pulsioni xenofobe che iniziarono a prendere forma partitica e politica già dalla metà degli anni Sessanta, con l’Azione Nazionale contro l’Inforestieramento e l’«Iniziativa Schwarzenbach». Agustoni dedicò il suo mémoire presso l’Université de Génève alla questione migratoria, sviluppando in una sua consistente sezione il concetto di «operaio multinazionale»: contribuì in questo modo a scrivere la storia delle teorie e delle pratiche di militanza politica migrante nella Confederazione Elvetica.

Ancora, nell’ambito degli studi migratori, Agustoni stesso può essere considerato un punto di osservazione interessante sui processi interculturali e sulle dinamiche transfrontaliere e transculturali, in quanto interprete, attivo tra Svizzera francese e Svizzera tedesca, di un pensiero marxista italiano, oltre che organizzatore di attività politiche e culturali con migranti di diverse provenienze nazionali. Nella seconda parte del suo saggio, infine, Pelli ricostruisce i percorsi dell’Agustoni giornalista, il suo lavoro presso il «Telegiornale», le forme assunte dal suo impegno culturale e politico, dimostrando come si sia mantenuto anche in quella sede un attento osservatore dei processi di trasformazione della società, della cultura e dei media avviatisi negli anni Ottanta, a seguito della svolta neoliberista: un’attenzione particolare meritano le riflessioni dedicate da Agustoni alle trasformazioni impresse al sistema mediatico dal combinato di rivoluzione informatica, ristrutturazioni aziendali, cambiamenti di prospettiva politica sull’informazione. In questo senso, l’antologia di testi agustoniani raccolti nella seconda parte del volume, deve essere considerata come un importante e prezioso archivio per chi si occupi storia critica della società e della politica della Svizzera contemporanea.

Zitierweise:
Barcella, Paolo: Rezension zu: Marazzi, Christian; Pelli, Mattia: Il lavoro, la fabbrica, la città. Gli scritti di Sergio Agustoni, intellettuale militant, Bellinzona 2020. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 169 pagine 160-161.

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Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 169 pagine 160-161.

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